Porta Nuova

Tadashi Kawamata

ARTE ALL' ARTE 2004 / ASSOCIAZIONE ARTE CONTINUA / PORTA VOLTERRANA IN VIA GRACCO DEL SECCO / COLLE VAL D' ELSA / ARTE AMBIENTALE

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Tadashi Kawamata è uno degli artisti stranieri chiamati a partecipare all’edizione di Arte all’Arte del 2004. Arrivato nella piccola città di Colle Val d’Elsa, Tadashi Kawamata inizia a farsi guidare per le strade più antiche del borgo, a conoscere la sua storia e la sua architettura. Proprio in uno di questi giri, l'artista viene colpito da un punto specifico della città: la Porta volterrana, detta anche Porta Nuova. Si trattava di un ingresso medievale che in quel preciso momento era soggetto ad alcune operazioni di restauro. L’artista decise così di considerare questo sito, temporaneamente in ristrutturazione, come parte integrante e centrale del suo intervento. Il luogo non fu però l’unica ispirazione di Kawamata. L’artista venne infatti colpito anche da una piacevole e illuminante conversazione avuta con gli studenti di una delle scuole più vicine alla Porta. La classe stava lavorando proprio in quel periodo alla realizzazione di storie e disegni riguardanti le antiche porte della loro città e invitarono l’artista stesso a partecipare al loro giro quotidiano per le strade antiche di Colle val d'Elsa. Kawamata rimase colpito da tutto questo e vide in quell'antica porta il luogo perfetto in cui intervenire e lasciare la sua traccia.
Come suo solito, creò qui una costruzione del tutto nuova, partendo e affiancandosi quindi a qualcosa di già esistente. Costruì una nuova Porta Nuova nel luogo esatto in cui si trovava, un tempo, la vera Porta d’ingresso alla città. Il materiale utilizzato da Kawamata è il legno, con il quale era stata realizzata anche la prima porta della città. Kawamata si inserisce nell’architettura del centro storico, senza invadere o modificare ciò che già esisteva e rendendolo perciò visibile a tutti il punto esatto in cui si trovava il rimanente legno medievale. Infine, in linea con il progetto di Arte all’Arte, Kawamata chiese la collaborazione degli artigiani del luogo per il reperimento dei materiali e per la realizzazione stessa della sua opera.
L’antica porta aveva ovviamente lo scopo di proteggere dagli attacchi esterni e dagli ospiti indesiderati, mentre quella moderna di Kawamata appare più come una sorta di scheletro strutturale dell’antica porta, dove è possibile vedere le travi e le singole parti che la compongono. Quella di Kawamata, infatti, vuole essere la rappresentazione materica dell’idea stessa di temporalità, oltre che di quella di libero accesso per chiunque.

Una volta finito l’intervento, l’artista volle inoltre ringraziare e mostrare come l’incontro con i più giovani della città lo avesse aiutato nella realizzazione dell’opera conclusiva, inserendo nella presentazione del suo lavoro una mostra di tutti i disegni, poesie e storie realizzate in quel periodo dalle sue giovanissime guide.


BIOGRAFIA
Tadashi Kawamata, classe 1953, è un artista giapponese che adotta un metodo di lavoro molto vicino a quello messo in pratica nei cantieri edili. Sceglie infatti per i suoi interventi sia luoghi in demolizione che in costruzione. I suoi progetti spaziano dalla trasformazione di una singola casa o appartamento fino all'intera riconfigurazione di una città, usando quasi esclusivamente materiali di scarto, specialmente legno, con i quali crea strutture nuove e inusuali, a metà strada tra la precarietà delle impalcature edilizie e le baracche provvisorie tipiche delle favelas o degli slums delle metropoli, come in La Maison des Squatters realizzato a Grenoble nel 1987. L'alterazione temporanea della nostra percezione evidenzia i meccanismi legati al costruire e progettare i luoghi dove abitiamo. (Tratto da http://www.leggeri.com/arte/prodotto.php?id=20).

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