Piazza Arnolfo: un progetto che unisce Arte e Architettura

Arch. Jean Nouvel
Interventi di: Lewis Baltz, Daniel Buren, Bertrand Lavier, Alessandra Tesi

PIANO INTEGRATO URBANO DI SVILUPPO SOSTENIBILE (PIUSS) 2007-2009 / PIAZZA ARNOLFO / COLLE VAL D'ELSA

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Piazza Arnolfo rappresenta da sempre il cuore sociale e commerciale della città di Colle Val d'Elsa. Realizzata nel 1867 con l'idea di attrezzare un'area apposita per lo svolgimento di fiere e mercati, Piazza Arnolfo divenne con il passare del tempo la sede naturale non solo delle attività fieristiche, ma anche della vita sociale, politica e finanziaria della città.
"Piazza Arnolfo - come sosteneva l’allora sindaco Brogioni - rappresenta il cuore sociale e commerciale di Colle di Val d'Elsa. Il progetto di Jean Nouvel e degli artisti che hanno lavorato con lui sui vari aspetti, è un connubio fra arte e architettura, fra tradizione e innovazione, nel rispetto delle funzioni di aggregazione sociale e culturale che questa piazza rappresenta per i colligiani [...] Il coinvolgimento della popolazione nella riqualificazione della città è alla base di Fabbrica Colle, l'articolato processo di riqualificazione del centro cittadino, promosso dall'amministrazione comunale, da Colle Promozione e da altri soggetti, con l’obiettivo di recuperare e riqualificare parti della città legate alla storia colligiana coinvolgendo gli operatori dei diversi settori commerciali e dei servizi, ma soprattutto i cittadini, le scuole e le associazioni”.
Il PIUSS Alta Valdelsa Città di Città è stato lo strumento con cui la Regione Toscana ha attuato politiche di sviluppo economico e sociale per le aree urbane. Con questo strumento è stato perciò possibile realizzare progetti strategici nel quadro del sistema territoriale dell’arte contemporanea. Il primo di questi, fu presentato nel 2009 dal Comune di Colle di val d’Elsa e da quello di Poggibonsi, con il sostegno della Provincia di Siena. Si è trattato di un insieme coordinato di interventi volti al miglioramento della qualità urbana in ottica sostenibile, individuati attraverso un percorso partecipativo che ha coinvolto cittadini e stakeholder locali. La definizione del progetto di Piazza Arnolfo è infatti il frutto di un percorso di coinvolgimento della cittadinanza, che ha reso protagonisti le scuole, gli operatori e molti altri cittadini, dando loro l’opportunità di proporre la centralità dei temi, poi selezionati, dell’acqua, del verde, dell’arredo urbano e della valorizzazione della Piazza come cuore sociale di Colle di Val d’Elsa. Queste riflessioni sono state sottoposte all’attenzione di Jean Nouvel, architetto a cui è stato affidato il progetto e insieme ai quattro artisti da lui selezionati per definire alcuni degli elementi della piazza, hanno rivisto il progetto originale e lo hanno modificato in base alle esigenze, desideri e richieste dei cittadini stessi.

La riscoperta della Gora e dell’elemento Acqua
Lewis Baltz ha lavorato sulla parte ovest di piazza Arnolfo, ossia sul lato che affaccia su via Mazzini, per far sì che la piazza centrale di Colle torni ad essere il luogo principale di socializzazione. L'artista ha concentrato il suo lavoro sulla riscoperta e la riqualificazione della Gora nella convinzione che la presenza dell'acqua abbia il potere di attirare le persone, come riesce a fare una fontana, una piscina, la riva di un fiume o un lungomare, capaci di risvegliare nei nostri sensi la vista, il gusto e l'udito. L'intero canale, che fiancheggia via Mazzini sul lato della piazza, è stato quindi reso visibile a chiunque vi passi accanto o lo attraversi. Anche se visibile, è stato infatti dotato di una minima e non invasiva copertura data da un semplice grigliato metallico, così da consentirne appunto l’attraversamento.
Secondo l'artista, tutte le questioni poste dalla Piazza Arnolfo trovavano già una risposta in qualche angolo del paesaggio urbano di Colle, attuale o passato, e gli interventi proposti in quel progetto tendevano ad illuminare e migliorare il contesto esistente, piuttosto che a provocarlo con l'imposizione di materiali, forme e colori non originari del luogo.

La pavimentazione della Piazza
Secondo l'artista Daniel Buren, il progetto della Piazza Arnolfo doveva partire dagli elementi già esistenti e dalla storia nascosta della città di Colle di Val d'Elsa, creando comunque una piazza mai vista prima. Buren così ha lavorato sulla pavimentazione attraverso una sostanziale divisione della nuova Piazza Arnolfo in tre parti. Il lato adiacente via Mazzini, interessato dalla prima fase dei lavori, è stato pavimentato a riquadri, grazie all’uso di liste di marmo bianco e nero alternato e della pietra di Santa Fiora. Al centro di questo lato della piazza si trova il monumento ai caduti, spostato dalla parte centrale della precedente piazza e accompagnato da un ampliamento delle carreggiate, dall’inserimento di piante e di alcune panchine. Il lato della vecchia stazione, invece, mostra una pavimentazione radiale, scandita con lo stesso sistema usato per l’altro lato. Questa parte della piazza ospita inoltre, nella sua parte centrale, una moderna e singolare fontana, elemento ormai caratterizzante di tutta la piazza. Infine, la zona centrale della piazza è stata pavimentata con pietra serena ed è stata delimitata da una serie di colonnini, a forma rotonda sul lato della vecchia stazione e a forma quadrata, invece, sull’altro lato.

L'illuminazione e la pittura delle volte dei portici
Alessandra Tesi ha curato l'aspetto legato alla pittura delle volte dei portici e alla nuova illuminazione del sito, proponendo la realizzazione di alcune persiane di cristallo poste in punti strategici della piazza e particolari colori interferenti per la pittura delle volte. l'intervento di Alessandra Tesi prevedeva inoltre un opportuno sistema di pannelli solari e di fibre ottiche che avrebbero fatto illuminare le persiane in cristallo, dando letteralmente una nuova luce a tutta la piazza e processi tecnologici specifici che avrebbero riprodotto le sfumature di colore delle ali di farfalla, facendo scivolare la luce sulla superficie e creando effetti cromatici inusuali, variabili a seconda della posizione dell'osservatore. Infine, la luce artificiale proveniente da corpi luminosi posizionati in vari punti, creerà nelle ore serali dei riflessi inaspettati e improvvisi, grazie all'utilizzo di piccoli specchi a semisfera posizionati sotto le volte in corrispondenza di alcune aperture del piano ammezzato.

L’arredo urbano e i portici di Piazza Arnolfo
L'artista francese Bertrand Lavier si è occupato proprio dei portici di piazza Arnolfo, proponendo l'inserimento di tende di protezione solare con apertura a semicerchio, pensata come una sorta di "campionario" del colore arancione. L'idea, infatti, era quella di far realizzare la tenda di ogni portico con una ditta diversa, in modo da ottenere trentatrè tipi diversi di arancione, tanti quanti sono appunto i portici della piazza. Ogni tenda è quindi firmata dal fabbricante e, grazie ad una particolare illuminazione notturna, potrà dare l'idea di una grande lanterna. L'installazione di Lavier voleva infine dimostrare come uno stesso colore possa essere reso in modo diverso, affidando semplicemente la sua realizzazione ad aziende provenienti da paesi del mondo diversi.


BIOGRAFIE

JEAN NOUVEL. Del suo modo di lavorare si dice che "La sua non è semplicemente un'architettura di risposta, né un'architettura puramente ideologica che voglia applicare uno schema teorico preesistente a qualunque situazione. Nouvel vede piuttosto ogni progetto come una possibilità per analizzare e raffinare le proprie idee e i propri principi, per mettere alla prova le sue teorie a fronte della sfida del costruire. È da questo processo di traduzione dell'ideale in spazio reale, di passaggio dal concetto alla struttura vera e propria, che gli edifici di Nouvel acquistano la loro complessità ed energia." Tra le sue numerose opere realizzate in tutto il mondo, ricordiamo l'Istituto del Mondo Arabo di Parigi (1987) e il Teatro dell'Opéra di Lione (1993). Nel 2000 ha ricevuto il Leone d'oro alla Biennale di Venezia e nel 2001 la medaglia d'oro del Royal Institut of British Architects.

LEWIS BALTZ. Nato nel 1945 a Newport Beach, in California, è stato inizialmente un fotografo molto conosciuto ed un esponente del movimento New Topographic che negli anni '70 aveva proposto una "controestetica" della fotografia, ricercando, senza sentimentalismi e con sguardo spassionato, la bellezza nei paesaggi desolati e luoghi dimenticati. I suoi libri, le sue esposizioni, i lavori "topografici" mostrano la crisi della tecnologia e dell'uomo. Con la sua ricerca artistica, Baltz mirava infatti a comprendere e descrivere il mondo nei suoi lati più nascosti. I suoi lavori sono stati presentati in numerose esposizioni internazionali ed appaiono nei musei più noti, quali Il Museo d'Arte Moderna di Parigi, the Museum of Contemporary Art di Helsinki, San Francisco Museum of Modern Art e The Whitney Museum of American Art di New York.

DANIEL BUREN. Nato a Boulogne-Billancourt in Francia nel 1938, vive e lavora da sempre nello stesso paese natale. Dal 1965 comincia ad utilizzare una stoffa da tende rigata, le cui componenti diventano la base del suo vocabolario artistico: strisce verticali alternate bianche e colorate. Questo motivo fabbricato industrialmente risponde perfettamente al suo desiderio di oggettività. Dopo aver esplorato le potenzialità del motivo a strisce alternate come segno, Buren fa stampare la carta a strisce. Il cartellone e la carta dipinta gli permettono, così, di ricoprire svariate superfici con una modalità d'intervento pressoché infinita. Negli anni '70 comincia ad esporre nei musei e all'interno di esposizioni che lo assimilano all'arte concettuale. Da questi stessi anni le sue opere investono i più svariati supporti: muri, porte, pannelli, indicatori stradali, scale, treni, navi. Dagli anni '80 occupa gli spazi pubblici in modo meno fuggevole e comincia a realizzare opere permanenti. Nel 1986 si aggiudica il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia per il miglior padiglione.

ALESSANDRA TESI. Nata nel 1969 a Bologna e formatasi come artista, è stata selezionata nel 1995 per frequentare i seminari dell'Institut des Hautes Etudes en Arts Plastiques di Parigi. Fin dal 1996 ha iniziato ad esporre i lavori in mostre personali. Partita dalla fotografia, dove trasfigurava luoghi e aspetti della quotidianità più comune e marginale, Alessandra Tesi si è sempre più focalizzata sul tema della luce, studiando le sue potenzialità fisiche e simboliche tramite l'utilizzo del video. Sperimenterà infatti diversi materiali per lo più legati alla cosmesi femminile, smalti colorati, paillettes, microsfere di vetro, come superfici per catturare i fasci luminosi. L'uso poetico che fa della tecnologia conduce, infine, ad un processo astrattivo che riesce a trasformare le immagini più banali della realtà in evocazioni suggestive. È considerata dalla critica internazionale una delle giovani artiste italiane più interessanti.

BERTRAND LAVIER. Nato nel 1949 a Châtillon-sur-Seine, vive e lavora tra Algnay-le-Duc, vicino a Digione e Parigi. Ha presentato fin dal 1973 numerose mostre personali, partecipando ad altrettante collettive. Il suo lavoro è un ripensamento critico della tradizione del ready-made, dell'oggetto comune presentato in veste d'opera d'arte. Nei primi anni '80 la scelta di presentare oggetti comuni interamente ricoperti di dense pennellate di pittura acrilica inaugura una svolta decisiva nel suo lavoro e consacra Lavier alla notorietà internazionale. Altrettanto interesse suscitano le opere costituite da oggetti sovrapposti, nate dal confronto volutamente provocatorio tra il linguaggio aulico della scultura e il mondo delle forme anonime degli oggetti. Lavier ha esposto inoltre in numerose e note gallerie, incluso il Modern Art Museum di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centro Pompidou di Parigi e la Biennale di Venezia.

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